Cosa fa punteggio nei concorsi pubblici? I concorsi pubblici rappresentano ancora oggi, o forse soprattutto oggi, un’importante modalità di inserimento nel mondo del lavoro.
Un’aspirazione per molti perché consentono di lavorare nel settore pubblico con contratti soprattutto a tempo indeterminato. Attraverso i concorsi pubblici le amministrazioni statali reclutano nuove figure professionali previa valutazione dei titoli posseduti e delle prove sostenute (preselettiva, scritta e colloquio finale).
Le modalità di svolgimento dei concorsi e dell’accesso agli impieghi sono storicamente disciplinati:
Nella Gazzetta Ufficiale, invece, si possono visionare i diversi bandi di concorsi attinenti alla PA.
Scopriamo adesso in dettaglio tutto quello che riguarda i concorsi pubblici ed i punteggi.
Indice dei contenuti
La pubblicazione dei bandi all’interno della Gazzetta Ufficiale è suddivisa per area di appartenenza:
Sono diversi i titoli richiesti:
Altri titoli possono rappresentare invece una preferenza a parità di punteggio. In alcuni casi è l’età che crea un vantaggio in sede di graduatoria: se due candidati hanno riportato lo stesso punteggio in graduatoria, si dà preferenza al più giovane.
A tal proposito, la direttiva n. 3 del 24 aprile 2018, al punto 5 dedica molta attenzione ed approfondimento alla valutazione dei titoli.
Titoli di partecipazione ai Concorsi Pubblici: alcuni importanti chiarimenti.
La direttiva stabilisce infatti che “Nelle previsioni relative ai titoli, occorre assicurare un adeguato bilanciamento tra i titoli di servizio (che premiano coloro che sono già dipendenti pubblici, presso la stessa o altre amministrazioni) e altri titoli. Occorre evitare di escludere di fatto categorie di potenziali candidati meritevoli (in particolare quelli più giovani) attribuendo un peso eccessivo a titoli che essi non possono avere: per evitare questo rischio, si può stabilire un punteggio massimo a determinati titoli, come l’attività lavorativa svolta.
Per quanto riguarda i titoli di servizio, essi non devono essere discriminatori, per esempio se si tratta di titoli di cui possono realisticamente essere in possesso soltanto, o quasi soltanto, i dipendenti in servizio presso l’amministrazione che bandisce il concorso. Per quanto possibile, i titoli di servizio non dovrebbero consistere semplicemente nell’aver svolto un’attività lavorativa, ma nell’averla svolta in modo meritevole, sempre che di tale meritevolezza possa darsi un criterio e un indice distintivo e significativo. Questa esigenza, peraltro, va valutata in relazione al funzionamento disomogeneo dei sistemi di valutazione delle amministrazioni. Dei risultati del processo di valutazione della performance, che sia stato validato dall’Organismo di valutazione, si può comunque tenere conto per la valutazione dei candidati interni, nel caso in cui vi sia una riserva di posti o sia previsto un punteggio aggiuntivo a loro favore.
Sotto questo profilo, sarebbe buona pratica quella di valorizzare incarichi che presuppongano una particolare competenza professionale e che siano conferiti con provvedimenti formali, sia dall’amministrazione pubblica di appartenenza, sia da altri soggetti pubblici, ovvero anche lavori originali verificabili, prodotti nell’ambito del servizio prestato o dell’incarico conferito, che presuppongano e dimostrino una particolare competenza professionale, oltre quella ordinaria richiesta per la qualifica o profilo di inquadramento.
In ogni caso, i titoli devono essere individuati e valutati secondo un criterio di rilevanza e di attinenza con le materie oggetto delle prove d’esame e con le funzioni che si andranno ad esercitare, cercando il giusto equilibrio tra la valorizzazione delle competenze e del merito e la necessità di non gravare eccessivamente la commissione con una attività di valutazione di titoli troppo numerosi e di scarsa significatività, foriera peraltro di appesantimenti procedurali e di eccessive e non proficue parcellizzazioni dei punteggi.
A questo scopo, i bandi potranno prevedere un limite al numero di titoli che ciascun candidato può presentare (per esempio, un limite al numero di incarichi svolti, al numero di pubblicazioni prodotte, al numero di attività di formazione fruite), in modo che ciascun candidato sia indotto a indicare i titoli maggiormente rilevanti e che la competizione si svolta su quelli”
Oltre ai titoli sopra elencati un altro certificato che consente di ottenere punti utili alle graduatorie è la certificazione informatica che, oltre ad essere oggi un requisito fondamentale per ogni professione, viene riconosciuta anche a livello internazionale e attesta che il soggetto conosce i principi fondamentali dell’informatica e possiede le capacità necessarie per usare un personal computer e i principali programmi applicativi.
Quale certificazione informatica è più utile nei concorsi pubblici?
Nei Concorsi Pubblici l’ECDL quanto può essere utile? Maggiori informazioni a questo link.
Nel caso di personale ATA, i titoli interessati per il punteggio sono:
Cosa fa punteggio nelle graduatorie ATA?
Data comunque la grande mole di candidati, soprattutto nelle posizioni da infermiere, ottenere un buon posto nella graduatoria, potrebbe non essere facile, se ci basiamo unicamente sulla prova concorsuale.
Per quanto riguarda i titoli che danno punteggio la valutazione cambia a seconda del bando di concorso, ma può comprendere specializzazioni ed esperienza pregressa.
Il Covid ha influito su questi titoli ed esperienze pregresse: ad esempio alcune ASL hanno comunicato che gli operatori socio-sanitari che hanno lavorato in prima linea, durante le fasi dell’emergenza pandemica da Covid-19, che parteciperanno al concorso, avranno un punteggio maggiorato del 10%.
Maggiori informazioni sono disponibili a questo link.
Per poter partecipare ad un concorso pubblico è necessario possedere i seguenti requisiti base:
Le Pubbliche Amministrazioni possono scegliere se adottare concorsi per soli titoli, per soli esami, per titoli ed esami e il cosiddetto corso-concorso. Quest’ultimo, in base alle nuove linee guida per i concorsi pubblici, affiancherà alla fase selettiva una fase di formazione (già prevista in alcuni casi, come per i dirigenti SNA).
Concorsi Pubblici OSS: come funzionano? Quali regole?
Il Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha emanato una direttiva, la n. 3 del 24 aprile 2018, in cui ha reso note le nuove modalità per lo svolgimento dei concorsi pubblici.
Ecco i punti fondamentali di questa direttiva:
Ricorso Concorso Pubblico: in caso di irregolarità, come si impugna?
Sul futuro portale web di reclutamento confluiranno anche le graduatorie finali ed il monitoraggio delle stesse, e i processi connessi alla gestione dei concorsi, quali, ad esempio, la creazione di utenze, la standardizzazione dei moduli di domanda per partecipare ai bandi, la loro presentazione telematica e il pagamento online delle tasse di partecipazione.
Con il Decreto 24 aprile 2018 sono state approvate più di 1.890 nuove assunzioni nella Pubblica Amministrazione in base al piano assunzioni per il 2018 – 2020. Il provvedimento, infatti, autorizza diverse Amministrazioni ad assumere e a bandire concorsi grazie allo sblocco di fondi economici. In parte copriranno il turnover del personale che andrà in pensione e la stabilizzazione dei precari.
Negli avvisi pubblici dei bandi ufficiali per il reclutamento del personale sono indicate modalità e scadenze per candidature e selezioni.
Visita il sito del Ministero per la PA per rimanere aggiornato sulle news nel mondo della pubblica amministrazione.
Infine, a causa dell’emergenza Coronavirus, è stato ulteriormente modificato il quadro normativo dei Concorsi Pubblici. (Nuovi Concorsi Pubblici: la guida completa della Funzione Pubblica.)
Oltre alle misure igienico sanitarie da adottare per l’organizzazione dei concorsi, sono previste specifiche indicazioni in merito ai requisiti delle aree concorsuali, ai requisiti dimensionali delle aule concorso (organizzazione dell’accesso, seduta e dell’uscita dei candidati) e per lo svolgimento della prova.
A stabilire le nuove regole è l’’articolo 1, comma 10, lettera z), del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 gennaio 2021.
Maggiori informazioni a questo link.
Ricordiamo inoltre che il protocollo per lo svolgimento dei concorsi pubblici, validato dal Comitato tecnico-scientifico è finalizzato a:
Maggiori informazioni sul protocollo a questo link.
Fonte: articolo di Mariangela De Pasquale
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Buonasera desidero sapere quali quali attestati prendere per i concorsi pubblici,
Grazie mille.
Attendo risposta.
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[…] sono diversi elementi che possono incrementare il punteggio e, quindi salire in […]
[…] un buon punteggio in un concorso pubblico non è limitato a fare una buona prova durante le procedure concorsuali. Soprattutto per certe […]
[…] quanto riguarda, quindi, il punteggio del dottorato nei concorsi pubblici, l’ammontare sarà a discrezione dell’ente che istituirà […]
[…] di corsie preferenziali per alcuni aspiranti concorsisti, manomissione dei punteggi per partecipare e tanto altro. Questa è la triste prassi di chi prova a trovare scorciatoie per […]
Vorrei fare una domanda dove ancora non ho trovato una risposta. Se per esempio in un concorso un candidato prende trenta e un’altro prende 29, Quest’ultimo puoò superare il trenta o la valutazione dei titoli va considerata solo a parità di punteggio?
Spero che qualcuno mi sa dare una risposta, grazie
Chi ha la riserva dei posti supera sempre, quindi da idoneo può passare un numero illimitato di candidati idonei fino ad essere ricompreso nell’elenco dei vincitori.
[…] L’argomento di riferimento della Sentenza, come intuibile, è quello relativo al riconoscimento dei punteggi nei concorsi pubblici (qui potete consultare un approfondimento sulla materia). […]
[…] la valutazione dei titoli: secondo l’art. 2, comma 7, del D.P.R. 9 maggio 1994, n. 487 “i requisiti prescritti (per la partecipazione al concorso) devono essere posseduti alla data di scadenza del termine stabilito nel bando di concorso per la […]
[…] Qui trovate un approfondimento relativo a cosa fa punteggio nei concorsi pubblici. […]
[…] L’ente, nel difendersi, ha sostenuto di aver agito in virtù di un “rapporto fiduciario”, motivo per cui ha preso in considerazione l’esame semplice dei titoli posseduti. […]